Paolo Sorrentino

Regista, sceneggiatore e scrittore.

Paolo Sorrentino speaker, keynote, regista, scrittore
Italiano

Paolo Sorrentino nasce il 31 maggio del 1970 a Napoli. Rimasto orfano di tutti e due i genitori all’età di diciassette anni, si iscrive all’università per studiare Economia e Commercio, ma ben presto sceglie di lavorare in ambito cinematografico. Nel 1994 dirige insieme con Stefano Russo il cortometraggio “Un paradiso”; poi, dopo avere lavorato come ispettore di produzione in un film di Stefano Incerti, “Il verificatore” (esperienza che in seguito definirà negativa), diventa aiuto-regista di Maurizio Fiume nel cortometraggio “Drogheria”, prima di scrivere la sceneggiatura (a quattro mani con Silvestro Sentiero) di “Napoletani”, lungometraggio che non sarà mai realizzato pur conquistando il Premio Solinas.

In seguito, scrive con il regista Antonio Capuano “Polvere di Napoli” e sceneggia per la televisione alcuni episodi della fiction di Raitre “La squadra”. Nel 1998 Paolo Sorrentino inizia a collaborare con la casa produttrice Indigo Film dirigendo “L’amore non ha confini”, cortometraggio che racconta una storia d’amore surreale pieno di citazioni cinematografiche.

Nello stesso periodo scrive a quattro mani con Umberto Contarello la sceneggiatura di un film dedicato alla musica neomelodica napoletana, intitolato “La voce dell’amore”, da far dirigere a Michele Placido: la pellicola, però, non sarà mai realizzata. Nel 2001 lavora per la Regione Lombardia, che co-produce “La notte lunga”, cortometraggio che fa parte di una compagna di lotta alla droga. Nello stesso anno scrive e dirige “L’uomo in più”, il suo lungometraggio d’esordio: presentato al Festival di Venezia, si aggiudica il Ciak d’Oro per la migliore sceneggiatura, il Nastro d’Argento per il migliore regista esordiente e tre nomination ai David di Donatello.

Il film, inoltre, segna l’inizio del sodalizio con l’attore Toni Servillo, che grazie a “L’uomo in più” vince la Grolla d’Oro. Dopo aver partecipato, nel 2002, alla realizzazione di un documentario curato da Francesco Maselli, intitolato “La primavera del 2002. L’Italia protesta, l’Italia si ferma”, Paolo Sorrentinoprosegue la collaborazione con Servillo nel 2004, anno di uscita di “Le conseguenze dell’amore”. Presentato al Festival di Cannes, il film ottiene ben cinque David di Donatello (migliore attore non protagonista, migliore regista, miglior film, migliore sceneggiatura, migliore direttore della fotografia) e tre Nastri d’Argento (migliore direttore della fotografia, migliore attore non protagonista e migliore attore protagonista), permettendo inoltre al regista campano di farsi conoscere dal grande pubblico.

Dopo avere diretto Servillo in una trasposizione televisiva della commedia di Eduardo de Filippo “Sabato, domenica e lunedì”, trasmessa su Raidue, Sorrentino appare in un cameo nel film di Nanni Moretti “Il Caimano” e, nel 2006, gira “L’amico di famiglia”, in gara al Festival di Cannes.

Dopo avere diretto Jeremy Irons in uno spot televisivo per la Fiat Croma, torna sulla Croisette due anni più tardi, quando propone al Festival di Cannes “Il Divo”. La pellicola, che vede Toni Servillo nei panni del protagonista Giulio Andreotti, viene accolta in maniera più che positiva dalla critica, e vince il premio della giuria nella rassegna francese.

Nel 2009 Sorrentino prende parte al progetto perFiducia, insieme ai registi Gabriele Salvatores ed Ermanno Olmi, dirigendo il cortometraggio “La partita lenta” e curando “L’altra metà”, corto di Pippo Mezzapesa. Nello stesso periodo, per il sito Repubblica.it immortala gli effetti e le conseguenze del terreno dell’Aquila con “L’assegnazione delle tende”, videoreportage girato in Abruzzo, ed è tra i firmatari dell’appello che chiede il rilascio di Roman Polanski, regista detenuto in Svizzera in attesa di essere estradato negli Usa.

Nel 2010 pubblica “Hanno tutti ragione”, il suo primo romanzo, edito da Feltrinelli, candidato all’Alabarda d’Oro e al Premio Strega. Dopo avere diretto “La principessa di Napoli”, episodio del film collettivo “Napoli 24”, nel 2011 finisce al centro delle polemiche per uno spot televisivo per Yamamay in cui la protagonista Isabella Ferrari appare evidentemente ritoccata (l’interprete appare in lingerie, ma senza ombelico).

Nello stesso anno, concorre nuovamente al Festival di Cannes con “This must be the place”, il suo primo film in lingua inglese, con protagonista Sean Penn: la pellicola, scritta con Umberto Contarello, si aggiudica il David di Donatello per la migliore sceneggiatura. Sempre con Contarello scrive “La grande bellezza”, uscito nelle sale cinematografiche a maggio del 2013, che vede tra i protagonisti Toni Servillo, Sabrina Ferilli, Carlo Verdone, Isabella Ferrari e Giorgio Pasotti. La pellicola, che ritrae una Roma decadente e cafona, incassa più di sei milioni di euro al botteghino, e si aggiudica i premi per il miglior film, il miglior montaggio, il miglior attore e il migliore regista agli European Film Awards. Nel 2014, “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino conquista il Golden Globe per il miglior film straniero, ed entra nella cinquina dei titoli che concorrono al Premio Oscar (sempre come miglior film straniero).

Hanno tutti ragione

Tony Pagoda è un cantante "di night" con tanto passato alle spalle ("Se a Sinatra la voce l'ha mandata il Signore, allora a me, più modestamente, l'ha mandata san Gennaro"). La sua è stata la scena di un'Italia florida e sgangheratamente felice, fra Napoli, Capri e il mondo. È stato tutto molto facile. Il talento. I soldi. Le donne. E insieme, una pratica dell'esistenza che ha coinciso con la formazione di una formidabile (e particolare) cognizione del mondo. Quando la vita comincia a complicarsi (la moglie chiede il divorzio), quando la scena si restringe (la sua band si esibisce in piazze minori), per Tony viene il tempo di cambiare. Una sterzata netta. Andarsene. Sparire. Cercare il silenzio. Alla fine di una breve tournée brasiliana, Tony Pagoda decide di restare là, prima a Rio, poi a Manaus, ossessionato dagli scarafaggi ma coronato da una nuova libertà. Senza perdere lo sguardo di eterna sorpresa per il mondo e la schiettezza di chi, questo mondo, lo conosce fin troppo bene, Tony si lascia invadere dai dubbi e dalle insicurezze che fino a quel momento, nel suo ordinato e personalissimo "catalogo" di quelli che passano per uomini, aveva attribuito agli smidollati. E scopre che tutte le risposte possono essere trovate in un infuocato tramonto.

Hanno tutti ragione

La grande bellezza

"La grande bellezza" è una sceneggiatura scritta con la stessa verve e fantasia che Sorrentino aveva dimostrato nel suo primo romanzo, "Hanno tutti ragione", e nella sceneggiatura di "This Must Be the Place", scritta a quattro mani con Umberto Contarello, David di Donatello per la migliore sceneggiatura nel 2012. Il protagonista, Jep Gambardella, è un giornalista acclamato e richiesto, affascinante sciupafemmine. Autore quarant'anni prima del romanzo L'apparato umano, Jep era stato osannato dalla critica e definito la nuova promessa della letteratura contemporanea. Ma gli anni passano e Gambardella non ha pubblicato altro non riuscendo a superare il blocco della pagina bianca. Per mascherare il suo fallimento letterario si erge ad arbiter elegantiarum apparentemente cinico e disilluso di una Roma sguaiata, tra feste, balli e improbabili performances. Finché un giorno...

La grande bellezza

La giovinezza. Youth

L'amicizia, il desiderio, l'arte, l'avventura di due amici che sfidano il passare del tempo. "Dell'infanzia non mi ricordo proprio niente. Solo una cosa continuo a ricordarla." "Quale?" "Il momento preciso in cui ho imparato ad andare in bicicletta. Sarò banale, ma che felicità! Proprio la felicità! E stamattina, come per incanto, per la prima volta, mi sono ricordato anche il momento successivo." "Il momento in cui sei caduto." "Come cazzo fai a saperlo?" "È stato così per tutti. Impari a fare una cosa, sei felice, e ti dimentichi di frenare." "Non è una grande metafora della vita?" "Ora non traiamo conclusioni affrettate, Mick." Proprio allora un ragazzino di undici anni passa in sella a una mountain bike. Fa tutta la strada su una sola ruota, in velocità, silenzioso come un fantasma. I due amici si voltano a guardarlo, estasiati. Poi Fred riflette e dice: "Sai una cosa Mick?". "Cosa?" "Io e te, secondo me, non moriremo mai." La sceneggiatura del film che si legge come un romanzo.

La giovinezza. Youth