Roberto D’Angelo

CEO e cofondatore di Fight the Stroke

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Laureato a pieni voti in Scienze dell’Informazione all’Università di Bologna, Roberto D’Angelo vanta una ventennale esperienza nel mondo dell’Information Tecnology, di cui la maggior parte in Microsoft, in ruoli di Sales&Marketing sia in Italia che in ambito internazionale.

Attualmente è direttore della formazione online in Microsoft Italia e CEO di “Fight the Stroke”, di cui è co-fondatore insieme alla moglie Francesca Fedeli.

Fight the Stroke è un’organizzazione no-profit fondata nel 2013, il cui obbiettivo è quello di aiutare i giovani sopravvissuti all’ictus, come il loro piccolo Mario, cui fu diagnosticato a soli 10 giorni di vita.

Energico e appassionato di tecnología, design e innovazione, Roberto D’Angelo, insieme alla moglie Francesca, ha ricavato dall’esperienza del loro figlio Mario un’occasione per reagire e investire nello studio di nuove strategie riabilitative/abilitative specifiche per bambini, a partire dagli studi fatti all’Università di Parma dal Prof. Giacomo Rizzolatti sui Neuroni Specchio.

Roberto D’Angelo è convinto che la tecnología debba rendere il mondo più accessibile, fornendo a chiunque gli strumenti per realizzare al massimo il proprio potenziale, a prescindere dalle proprie capacità fisiche e cognitive, in una visione che prende il nome di “inclusive design”.

Quando Mario nacque nel 2011, Roberto D’Angelo era responsabile di alcune iniziative a livello Europeo e, grazie al supporto dell’azienda, riuscì a cogliere le opportunità dell’allora embrionale concetto di “Smart Working” ed adattare il proprio lavoro in funzione delle necessità del figlio e della famiglia, senza per questo perdere in produttività ma anzi riuscendo addirittura ad aumentare l’impatto del suo lavoro sul Cloud Computing e diventando portavoce di modelli innovativi di organizzazione e collaborazione.

La tecnologia e FightTheStroke.org si intrecciano moltissimo e si sostengono a vicenda, essendo la tecnología indispensabile per offrire ai giovani sopravvissuti all’Ictus un futuro al massimo delle loro potenzialità.

Le idee di Roberto D’Angelo riguardo alle potenzialità della tecnología applicata  sono molto chiare: prima di tutto, bisogna riformulare il concetto di  “disabilità”. Non si tratta più di “integrare” la persona con difficoltà al mondo “normale”, ma di permettere a chiunque di sfruttare al massimo le possibilità che l’ambiente gli propone. Per favorire questo processo Roberto ha sviluppato un framework che partendo dalle più recenti ricerche sul cervello affronta il tema di come imparare a cambiare (“learning to change” e che può essere applicato ad ogni ámbito della vita personale o professionale (M.I.R.R.O.R.S. – Motivation, Inclusivity, Resiliency, Relentlessness, Opportunity, Restoration, Swarm).

La sfida che Roberto D’Angelo sta ora perseguendo è di conciliare questa nuova visione della disabilità all’ideazione di tecnologie sempre più puntuali e veloci mediante l’ingaggio di comunità in qualunque parte del mondo, perchè solo partendo dai punti di forza in comune si può veramente avere un impatto sulla vita di oguno di noi e disegnare un mondo più aperto e più inclusivo, dove essere disabili, o semplicemente diversi, rappresenti un punto di forza e non di debolezza.